martedì 23 settembre 2008
LA SCURE
LA SCURE (The Axe)
Chi io sia è presto detto: una scure! Di quelle taglienti, levigata dalla pietra, battuta per tre giorni e tre notti da soldati armeni, temprata nel sangue di leone. Ho servito fedelmente innumerevoli padroni: cavalieri, soldati di ventura, barbari, assassini e boscaioli. Ora, abbandonata in un granaio, finisco i miei secoli marcendo. La mia lama è finita, il manico storto e screpolato. Presto nessuno mi impugnerà. Ma temo la magìa che rinnovo: chiunque m’impugni, può diventare coloro che mi impugnarono: un assassino, un cavaliere, un mercenario. Una luce oscura mi avvolge e un incanto cattura chi ha l'ardir di maneggiarmi, anche per gioco. Magnetica io richiamo gli occhi, come le rotaie del treno. Chi io sia non so. Sospetto un remoto oblio sia implicato, o sfere nascoste dietro uno specchio, o spirali doppie nel corpo di un demone; un disegno alacre, tagliente e levigato, ancora aleggia e naviga dovunque.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento